I ripidi tornanti si adagiano sull' impervia montagna e ad ogni tornante la meta si avvicina sempre più in fretta, consapevoli che lassù ci aspetta "un'antica civiltà", delle tradizioni importanti espresse nei catenacci in ferro che sbarrano le case, nelle inferriate che bloccano le finestre, negli spigoli verticali delle case antiche ma ancora intatte. Il bosco fitto non permette allo sguardo di andare oltre, ma lascia spazio all'immaginazione ed è impegnativa l'irta salita della mulattiera, costruita con fatica ed abnegazione dagli avi, i quali non hanno lasciato nulla al caso ma hanno posato con cura ogni "rinella", ancora oggi intatta per lo scolo delle acque, ed ogni sasso posato con spigolo vivo, ma ormai arrotondato dai passi frequenti dei montanari e dei loro armenti. Uno spiraglio di luce quando si intravede un prato soprastante le rocce rosse e ferrose e le prime case si ritagliano un loro spazio in questo ambiente così appartato e lontano dal mondo; anche le campane, che a valle ci hanno accompagnato nel nostro cammino, con i rintocchi delle ore, ora non ci allietano più con il loro suono. Ed eccoci finalmente sulla "corte" di questo minuscolo villaggio, da dove sono partite famiglie che ancora oggi sono orgogliose di dire: "noi veniamo da Pusdosso".
Su questa "corte" si affaccia una piccola e graziosa chiesetta con la facciata assolata; più sopra, oltre le case ben disposte, la zona prativa si avvicina alle rocce rosse, mentre quà e là svettano abeti imponenti. La festa della Montagna a Pusdosso ha quì la sua degna cornice; tutto è orchestrato bene; i paioli sono disposti in modo naturale sul terreno; la fontana è l'ideale per immergervi al fresco le bottiglie di "tinto", che poi avrà il suo effetto su di noi; nelle pentole ben incastonate nel muro, stanno friggendo braciole e cotechini. Le panche e le tavolate ben disposte sulla corte, sono ben presto occupate dai festanti in trepida attesa del pranzo. Nel frattempo si parla tranquillamente, quasi a non voler disturbare gli antenati, e si affrontano argomenti vari. Si parla anche dei progetti per la sistemazione della chiesetta, …"gli antichi originari forse ce lo permettono". La bella tela che troneggia nella chiesetta è stata restaurata da loro, così come era stata da essi stessi commissionata a suo tempo. La fatica della salita lungo la ripida mulattiera è stata ampiamente ripagata da una giornata così bella e rilassante, a contatto con una natura incontaminata ed intatta. Grazie Pusdosso, la XXV' Festa della Montagna ci è davvero piaciuta molto. Gianni Gritti |