Premessa - Luigi Tironi
Può essere interessante e curioso sapere come era Piazza Brembana nel secondo decennio dell'Ottocento. Possiamo immaginarlo leggendo quanto ha scritto Giovanni Maironi da Ponte nel suo famoso "Dizionario Odeporico o sia storico-politico-naturale della Provincia bergamasca", edito dalla stamperia Mazzoleni nel 1820. Il Maironi, professore per 27 anni di Storia naturale nel Ginnasio di Bergamo, di cui fu anche preside, fu un'eccezionale figura di educatore e scienzato; egli visse dal 1748 al 1833 operando attivamente per vari incarichi pubblici e pubblicando ben 34 studi scientifici di varie entità. Le sue opere scientifiche sono tutt'ora interessanti per la storia delle scienze, ma una viene ancora oggi frequentemente consultata ed è considerata forse l'opera sua più importante: è il famoso "Dizionario Odeporico" già citato, che mantiene validità e vitalità. Trattasi di un dizionario-guida da viaggio in cui sono trattate situazioni geografiche, storia, attività economiche, situazioni amministrative, miniere, sorgenti, risorse naturali ed ogni altra caratteristica naturale ed umana; sono citate ben 499 località della provincia bergamasca, comprendente allora anche la Valle Camonica, che egli percorse personalmente in varie epoche nei suoi numerosi viaggi "per far conoscere la patria sotto tutti i rapporti che possono essere utili ed importanti", come scrive egli stesso. C'è in lui, oltre alla fedele e precisa osservazione dello scienziato, un costante entusiasmo nell'ammirare estasiato le meraviglie della natura, allora ancora intatta. E' quasi commovente leggere la sua descrizione di Piazza Brembana "piccolo villaggio ma signorile" con "un buon tratto di pianura ben coltivato", nella Valle Brembana "oltre la Goggia", con i suoi fabbricati, il convento femminile, col nome delle fondatrici, la chiesa, le varie contrade ed il forno di fusione del ferro di proprietà del negozio Ferrarezza di Lenna. Leggiamo questa pagina col piacere di conoscere la nostra storia e le nostre radici. "Piazza, piccolo villaggio ma signorile, capo-luogo del distretto VIII., e sede delle pretura di tutta la Val Brembana oltre la Goggia. Resta sulla strada provinciale, che da Bergamo conduce al passo di confine tuttora chiamato la casa di S. Marco. Ha avanti di sé un buon tratto di pianura ben coltivato, comechè elevato dal piano della vallata; ed è a pochi passi dalla chiesa parrocchiale di S. Martino detto d'oltre la Goggia. Il fabbricato della villetta di Piazza, è quasi tutto signorile; ha il palazzo di residenza dell'amministrazione; ed ha avuto sino al 1798 un convento di monache terziarie Francescane. La chiesa annessa a questo piccolo monastero è sotto la invocazione di S. Bernardo, e sussiste tuttora a comodo della contrada. Le fondatrici del convento erano state suor Serafina Capello, suor Cherubina Panigoni, suor Delfina, Teresa e Felice Orlandini Genovesi, e suor Maria Felicita Camozzi da Bordogna, tratte dal convento del medesimo ordine in Alzano. Contrade del villaggio della Piazza sono Castello, ove tuttora esistono le vestigia d'un fortilizio munito di una gran torre, Vacchera e Cavrengo. Poco sotto poi il suo caseggiato lungo l'alveo del ramo del Brembo chiamato la Valle esiste un forno di fusione del ferro di proprietà del negozio Ferrarezza di Lenna, ora non adoperato. La Piazza ha dato alla patria delle famiglie nobili e doviziose; ha d'estimo censuario scudi 16611.1.0.9.3 con centotrentacinque possidenti estimati; e resta lontana da Bergamo miglia ventiquattro e mezzo". E dopo 134 anni, siamo nel 1954, ecco come si esprime Luigi Dodi nel suo volume "Paesi della Valle Brembana - itinerari urbanistici" sulla medesima località: "Piazza Brembana anno 1953 La strada che si diparte da Lenna verso il ramo occidentale del Brembo supera dapprima la collinetta di Aceto sulla quale sorge la chiesa parrocchiale di S. Martino, di recente costruzione, e attraversa poi l'abitato di Piazza Brembana che si stende in posizione soleggiata e riparata dai venti in una vasta conca ad anfiteatro alle pendici del monte del Sole. Piazza Brembana consta infatti essenzialmente di due strade principali: la strada superiore più antica e la strada inferiore moderna. La strada vecchia, di larghezza variabile e alquanto limitata, ha un tracciato leggermente curvilineo perché segue l'andamento del terreno. Le sporgenze e le rientranze degli edifici e la seghettatura del percorso stradale producono un continuo succedersi di ambienti e di quadri molto variati cui conferiscono vivacità i gradevoli colori delle case e i balconi fioriti, più frequenti, questi ultimi, sulla parte alta delle facciate per meglio godere del sole. Molte case presentano tracce antiche e aspetti rustici; a monte gli orti, poi i castagneti e la pineta; a valle un bel panorama disteso. Quasi a metà del paese, è la vecchia chiesetta di San Bernardino alla quale era annesso il convento delle monache francescane, interessante per il grande porticato che si apre tuttora sulla via. La strada provinciale nuova, di intenso traffico, piana e rettilinea, attira, come è comprensibile, lo sviluppo del paese; sviluppo che si estende fino alla stazione capolinea della ferrovia elettrica della Valle Brembana. A sud del parco ferroviario una vasta zona ben coltivata a leggerissimo declivio, quasi pianeggiante, si protende sino al fiume. Piazza Brembana, già sede di una Giudicatura e di un Vicario Civile sotto la Repubblica Veneta, Capoluogo di distretto di Oltre la Goggia al principio dell'Ottocento, è oggi il centro più importante del comune di San Martino dei Calvi che comprende Lenna, Valnegra e Moio dei Calvi e che conta 2.500 abitanti. La sua economia è prevalentemente agricola e commerciale, in piccola parte industriale. Apprezzata stazione di villeggiatura, è dotata di sei alberghi e di numerosi appartamenti d'affitto. Conformemente alle sue tradizioni di decoro civico, si presenta abbellita in più parti e di aspetto vago e accogliente". Luigi Dodi |