Siamo sulla formazione di Gorno, roccia marnosa calcarea su cui si è edificato un suolo acido. Qui si trova il confine tra suolo acido e suolo basico, rilevato della presenza contigua dei due rododendri, il ferruginea che vive in suoli acidi, e l'hirsutum che vive su suoli basici. Le differenze si notano per i peli rossi sotto la foglia nel primo e le ciglia sul margine della foglia nel secondo. Raimondo è arrivato al confine della scoppiatura, non tanto per l'acido lattico nei muscoli ma per l'intossicazione polmonare da sigarette. Luisa la sua compagna, lo assiste amorevolmente e brontolando lo riaccompagna alle auto. Corolle rosso violacee delle Genziana purpurea con foglie decisamente opposte, si distinguono tra le foglie alterne di Veratrum album, che a parte le dimensioni qualcuno le confonde nell'uso di radici per aromatizzare grappe, tanto da rischiare l'intossicazione. Alle falde detritiche del Corna Piana si osservano vallette nivali, dove la neve di accumulo permane più a lungo e dove vegetano specie microterme, piante adatte a vivere in ambienti dove le temperature sono mediamente più basse rispetto all'intorno.
Così ci sono gli arbusti nani di salici, Salix retusa e Salix reticulata, l'Achillea clavenae, la Bartia alpina, la viola gialla, Viola biflora ed il Dryas octopetala, la Saxifraga hostii e Saxifraga aizoides. Densi cuscini di Carex firma stabilizzano i macereti dando un effetto a gradoni dei detriti di versante. Ciuffi di Carex austroalpina e di Sesleria varia, si insinuano tra Primula glaucescens, Horminium pirenaicum, Biscutella laevigata, Doronicum grandiflorum tutti fiori da prateria montana. Pulvini rosa di Silene acaulis bianchi Cerastium latifolium, piccole Hutchinsia alpina, cespi rossi di Valeriana montana e Adenostyle glabra, Rumex scutatus, Pedicularis giroflexa, colorano e accendono il paesaggio grigio bianco dei ghiaioni prima della bocchetta di Corna Piana. Cominciano a fregare questi nomi furbescamente latini, non si ricordano con facilità e poi chi garantisce che non siano inventati? Il Brissoni ha lui inventato il sentiero dei fiori sarà un complice del CAI e delle Pro Loco? Basta sapere che esistono questi fiori e che esistono dei luoghi incantevoli dove goderli! Arrivati alla bocchetta di Corna Piana, immersi dal viola dell'Hedysarum hedysaroides ed occhiate gialle di Trifolium badium, si apre un panorama sul Mandrone ed il bastione dell'Arera. Ora si scende tra globi piumosi di Pulsatilla alpina ciuffi verdi di Bupleurum petreum cespi di fiori bianco rosati di Gypsophila repens, la famosa stella alpina Leontopodium
alpinum, il viola della Viola dubyana,il grigio tormentoso dell'Athamanta cretensis, l'azzurro del Linum alpinum, il giallo dell'Helianthemum e del
Senecio gaudinii, la piccola Asperula cynanchica, qualche Gentiana clusii. Pochi esemplari fioriti colorano di rosso porpora i cespi verde glauco
dell'odoroso Allium insubricum.
L'Armeria alpina, la Silene elisabethae sfumano verso il Mandrone dove il giallo del Papavero rhaeticum sembra illuminare il ghiaione grigio bianco del calcare di Esino. Tappeti fitti del Galium montisarerae, un endemismo orobico, sembra impolverare di giallo verde il margine sassoso del sentiero, fortuna vuole che si riesca a vedere alcuni esemplari ancora fioriti di Linaria tonzigii, anche questo un endemismo orobico. Verso il passo Gabbia a portata di mano ci stupisce un bel esemplare di Saxifraga presolanensis, altro endemismo orobico. Lungo il Sentiero dei Fiori sempre sulle pareti, abbarbicate nelle fessure si vedono Silene quadridentata, Valeriana saxatilis, Saxifraga vandellii, sanno vivere con poco queste piccole e graziose piantine! Al passo Gabbia ci diluiamo in una lunga teoria di trenta persone, che quasi corrono alla meta guadagnata, dove Patrizia ha apparecchiato i tavoli per gli escursionisti dei fiori. I pochi rimasti odorano le Gymnadenia odoratissima e le Nigritella nigra, due graziose orchidee, è un aperitivo olfattivo e la conversazione divaga tra evoluzione, coevoluzione e simbiosi micorrizica, digestione embrionale. Già la digestione ma non si è ancora mangiato! Luciano ci raduna e ci avvia verso Capanna 2000 dove Patrizia ci attende. Tratto dall'Annuario C.A.I. alta Valle Brembana |
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