Riportiamo qui di seguito, con la dovuta autorizzazione, il testo scritto da Viviana Beccalossi come prefazione del libro: "Il paesaggio forestale lombardo: immagini e storia", di cui condividiamo pienamente il contenuto. "Anche se a molti di noi sembrerà strano, negli ultimi decenni i boschi in Lombardia sono in costante aumento. Infatti, il progressivo abbandono dell'agricoltura nelle zone montane e collinari
ha permesso ai boschi di riguadagnare vasti territori che, fino all'ultimo conflitto mondiale, erano costituiti da prati, pascoli e coltivazioni agrarie in generale. L'aumento della superficie forestale all'inizio ha portato benefici all'ambiente e all'ecosistema naturale, interrompendo l'eccessivo sfruttamento al quale i boschi lombardi sono stati per lunghissimo tempo sottoposti, costituendo soprattutto per chi abitava in montagna, una fonte di reddito primaria, in particolare legata al taglio del legname, materiale indispensabile per le costruzioni e il riscaldamento. Col passare del tempo, però, sono apparsi sempre più evidenti gli "effetti indesiderati" legati al progressivo abbandono del territorio, proprio perché i nostri boschi, per secoli e secoli gestiti dall'Uomo secondo le sue necessità, se lasciati a se stessi si comportano come un malato al quale vengono all'improvviso tolte le cure … le piante cadono, le malattie si diffondono a macchia d'olio, il sottobosco è facile preda degli incendi. Oltre al degrado ambientale, lo spopolamento delle nostre montagne implica un vero e proprio mutamento del paesaggio: sicuramente ognuno di noi conserverà nel suo cuore il ricordo di una piacevole passeggiata nei prati o una vista panoramica tra le valli, grazie ad uno scorcio che pascoli e coltivi aprono fra i boschi.
Ma prati, pascoli e coltivi abbandonati a se stessi sono invasi da arbusti e alberi che, crescendo, eliminano gli spazi aperti della montagna a cui tutti noi siamo affezionati. La progressiva scomparsa di spazi aperti, particolarmente incisiva nella bassa montagna, ha forti ripercussioni anche sulla fauna e sulla flora, portando alla progressiva rarefazione di tutte quelle specie legate alla presenza di prati e radure. Per questi motivi, la Regione Lombardia ha posto con convinzione, fra le proprie priorità, il mantenimento delle attivita agro-silvo-pastorali in montagna". Tratto dall'Annuario C.A.I. alta Valle Brembana |
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