Scrivere in alta Val Brembana tra il 1902 e il 2006
prima parte

Da "L'Alta Valle Brembana 1902" numero straordinario de "Lavoro Bergamasco" apprendiamo che in quegli anni, grande era lo sviluppo economico nella zona, con volontà di pubblicizzare le bellezze naturali ed artistiche a scopo turistico. A tale proposito si era costituito a Piazza Brembana un apposito comitato di redazione composto da autorevoli professionisti della zona, con l’intento di pubblicare degli articoli che evidenziassero i vari aspetti: demografici, naturali, artistici. Per la Valle di Mezzoldo e Piazzatorre: il dott. G. Bonandrini, per lunghi anni medico condotto a Piazzatorre, autore di scritti in vernacolo bergamasco, che rivestì anche la carica di "Duca di Piazza Pontida" con l'appellativo di "Pichetù I°". Per Fondra e la Val secca con Bordogna, Baresi e Roncobello: il dott. E Musati. Per Branzi, Carona, Foppolo e Trabuchello: il dott. V. Vaghi. Per la Valle Stabina con Cassiglio, Ornica e Valtorta: il dott. G. Guainazzi. Per Piazza Brembana, Lenna, Olmo al Brembo, Valnegra e Moio dè Calvi: il dott. T. Gervasoni e dott. V. Vaghi.

A distanza di 100 anni, possiamo dedurre che allora vi erano molte aspettative; alcune di esse si sono realizzate, altre no; quello che possiamo dire è che il tessuto umano ed il bellissimo territorio coltivato nel 1902 non sono più gli stessi.

Gli articoli, trascritti nel loro testo originale, sono stati ridotti per mancanza di spazio. Gli abitanti danno un rilevante contingente alla emigrazione temporanea; si può asserire che almeno i tre quarti degli individui atti al lavoro, al principio della primavera, emigrano sia in Francia ad esercitarvi il mestiere di carbonaio, sia in Germania ove sono impiegati in qualità di muratori, minatori, ecc. .L'emigrazione del resto è tradizionale in Valle: una relazione ufficiale del governo veneto del 1516 nota come i Brembani oltre la Goggia si recassero a Milano a tessere drappi di seta, a Firenze e Genova; quelli della Val Brembana inferiore a Venezia, donde il motto allora diventato proverbiale "non esservi paese senza passeri e senza bergamaschi".

Piazza.
Capoluogo della Val Brembana superiore, il cui mandamento comprende 27 comuni; sede ora di ufficio telegrafico, ed a cui giungono ed a cui partono due giornaliere corriere postali, suole d’estate accorrere discreto numero di forestieri e godervi le frescure montanine, come di turisti che ne possono fare buon centro per visitare quasi tutta l'Alta Valle Brembana. Essi trovano comodo alloggio in tre begli alberghi che oltre ad una più che decente, quasi lussuosa proprietà, offrono buona cucina e buoni vini. A Piazza anticamente eranvi importanti fucine che lavoravano il ferro proveniente specialmente dalla Valle di Cassiglio; erano situate sulla sinistra del Brembo, ove oggi sono le due segherie ad acqua della ditta Calvi ing. Santo e C. nonché l’impianto di luce elettrica di proprietà della ditta medesima.

Valnegra.
Posta sulle falde meridionali del monte Culmine, ad un'altezza sul livello del mare di 582 metri e con popolazione di 421 abitanti colpisce l'occhio per due bei palazzi in amenissima posizione sede del fiorente collegio convitto Gervasoni, frequentato da più di 200 alunni interni, nonché da circa 150 esterni appartenenti ai Comuni limitrofi. Anche a Valnegra i forestieri possono trovare benissimo alloggio in un buon albergo, vi si trova pure la farmacia che serve tutti i Comuni attorno fino a Branzi.

Mojo de' Calvi.
Conta attualmente 409 abitanti e fu la patria della famiglia Calvi, da cui appunto prese il nome e lustro per molti personaggi distinti nella prelatura, nelle lettere e nelle scienze, fra i quali piace ricordare Felice Calvi nato nel 1588, chirurgo rinomato, che lasciò vari scritti.




Tratto dall'Annuario 2005 del C.A.I. alta Valle Brembana




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C.A.I. alta Valle Brembana




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