di Nazareno Regazzoni
Ora dalla cima del Pizzo Don Franco Seghezzi ci guiderà.
"Ciao Nazareno – sono Alborghetti del Villaggio degli Sposi – allora, per la gita al Pizzo del 13 Agosto, va bene?". "Sì, va benissimo – rispondo io - arrivederci". Era di buon ora quando un piccolo gruppo si incamminava lungo il sentiero, appena lasciata la "Costa"; li guido, consapevole delle loro forze fisiche; sono giovani, poi l'amico Alborghetti mi rassicura sulla loro esperienza di montagna. I bei prati della "Pigolotta" sono i miei luoghi, qui mi rigenero; quante volte ho attraversato questi prati e boschi durante la mia vita; quanti bei ricordi, quante fatiche. Oggi sono felice perché nello zaino portano una piccola targa di bronzo da collocare in cima al Pizzo. Guido il gruppetto osservando il bosco, perché quest'anno i funghi sono arrivati; sarà infatti poi un'annata eccezionale; quante persone, quante macchine, gente da tutte le parti.
Appena fuori dall'abetaia, la baita del "Piazzo" è lì, in quel piccolo fazzoletto di terreno pianeggiante e da lì indico e spiego la strada che faremo: la colonnina dell'S.O.S. e poi tutta la cresta sino al Pizzo. Tempo bello. Giornata ideale per questa missione; si, si tratta di rendere omaggio ad una persona che ha amato la montagna e sono orgoglioso di essere proprio io ad accompagnare questi suoi giovani che lui ha sempre ospitato nell'Oratorio realizzato per loro a Cusio per le vacanze estive. "Don Franco nasce a Verdellino il 10.11.1920 e fra gli anni 1958 e 1969, durante la sua
permanenza al Villaggio degli Sposi e solo grazie alla sua grande tenacia, è riuscito a fondare la Parrocchia di San Giuseppe, realizzando l'attuale edificio che ospita la Chiesa e l'annessa canonica e successivamente anche l'Oratorio ed il relativo campo di calcio e bocce. La posa della prima pietra è avvenuta il 19 marzo 1960 e, in soli 18 mesi, l'intero complesso parrocchiale è stato edificato.
Lago del Sasso
Ed infine ha ottenuto la costruzione del rifugio parrocchiale alpino a Cusio, in alta Valle Brembana, inaugurato il 15 agosto 1963. Un amatissimo luogo montano dove don Franco si recava spesso per respirare un po' d'aria pura, assieme ai suoi giovani e per dimenticare, per qualche ora, a suon di fisarmonica, canti e preghiere, le cambiali che scadevano per i debiti parrocchiali accumulati. Debiti e cambiali pagati però puntualmente, con strategie lungimiranti, (non a caso ha fatto scuola al Patronato San Vincenzo a fianco dell'indimenticabile don Bepo). Il denaro veniva infatti raccolto con iniziative parrocchiali, di invidiabile ingegno: fra di esse ricordiamo "l'incanto della statua di San Giuseppe" in coincidenza con la festa parrocchiale del 19 marzo, in cui due gruppi partecipanti (Villaggio degli Sposi e Grumellina) offrivano denaro in cambio della possibilità di portare la statua per le vie del quartiere, aggiudicandosi l'asta. "E' stata la divina provvidenza ed i parrocchiani a procurare il denaro necessario" egli era solito riferire alla comunità durante le sue omelie in chiesa. Pur di onorare l'impegno verso i creditori, vendeva oggetti personali, portava per molti anni i medesimi vestiti, gli stessi sandali e zoccoli ai piedi, la veste talare nera rammendata, che sua madre pazientemente ricuciva ad ogni caduta dalla moto. Molti giovani lo ricordano scorrazzare con la moto Guzzi il mitico "galletto" spostandosi per i vari impegni pastorali, in Curia vescovile ed in Comune per le pratiche burocratiche, all'Esperia come docente, al Patronato San Vincenzo, all'ospedale e nelle case degli ammalati per portare loro conforto ed infine a Cusio per ritemprare il corpo e l'anima.
Il rifugio alpino di Cusio veniva aperto il 1° maggio; era consuetudine che il giorno precedente un gruppo di giovani si recasse sul Monte Avaro ed al ritorno raccoglieva la legna per il camino; il giorno successivo poi erano impegnati nella posa di una canna lunga circa trecento metri, che portava l'acqua dal torrente sino al rifugio stesso per tutto il periodo estivo. Quella stessa mattina un gruppo di giovani partiva in bicicletta dal Villaggio degli Sposi sino a Cusio, ove si lasciavano le biciclette e si raggiungeva il rifugio a piedi. A mezzogiorno un'abbondante pastasciutta comunitaria faceva la gioia di tutti i presenti. Già una foto di Don Franco era stata collocata sulla vetta del Pizzo, ma il tempo e le intemperie l'hanno ormai sbiadita; questa vetta era molto cara a Don Franco, era il posto dove lui stesso era solito salire con i suoi giovani a celebrare la Santa Messa per essere più vicino al Signore; vi era salito per oltre 35 volte. Ormai limitato dalle sue mancate forze fisiche e dai continui problemi cardiaci, non gli era più possibile salire a piedi sin lassù e così, i suoi amati giovani, il 26 agosto 1984 hanno deciso di regalargli l'ebbrezza di arrivare in vetta con un elicottero, in occasione del suo quarantesimo anniversario di sacerdozio; un regalo da lui davvero molto apprezzato".
Queste notizie, molto interessanti, me le raccontava Alborghetti mentre, riposandoci, osservavamo
il bellissimo paesaggio circostante. Decidiamo di seguire l'itinerario della cresta, dove troviamo famiglie di stambecchi e possiamo scorgere la Valtellina e tutte le Alpi. Il Pizzo è sempre frequentato, oggi poi, che siamo in missione,
sembra che tutti sappiano che siamo qui a collocare una targa a ricordo. Prepariamo il tutto al piedestallo che sorregge la croce in lato Sud; quindi viene celebrata la messa e mio compito è quello di recitare una poesia "degli amici in montagna"; scopriamo poi la bella targa con la foto di Don Franco:
Don Franco Seghezzi 1920 - 1995
amante della montagna che su questa vetta salì per oltre 35 anni a celebrare la Santa Messa. I suoi parrocchiani del Villaggio Sposi Bergamo posero a perenne ricordo Pizzo 3 Signori Mt. 2554 – Agosto 2005. Ed ora che dall'alto ci puoi serenamente guardare, guidaci lungo queste nostre bellissime montagne.
Annuario 2005 del C.A.I. alta Valle Brembana
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