URNIGA e le sue Frazioni::
- Rasega - Sirta - Fusinette - Prà Scalèr - Orniga de Sota
Popolazione: anno 1596: 315 ab. - 1776: 295 ab. - 1805: 315 ab. - 1901: 339 ab. - 1951: ab. 530
Soprannome: barèi dè Urniga: a Ornica anticamente, gli alpeggi più disagiati venivano caricati soprattutto con pecore di transumanza, e da qui ne deriva il soprannome barèi.
I Suernom de Urniga
- AMBROSIONI: Sachèi, Ambrosinai, Ambrosoc
- LOBATI: Campana,
- GOGLIO: Moràcc,
- MILESI: Ambrösc, Baète, Belàse, Bregàss, Campanàre, Carlècc, Cècch, Ciambri, Colège, Colùmbe, Cucù, Fransèsche, Gaspèr, Lisàndre, Lunghì, Marcàia, Mazzècch, Melès
- QUARTERONI: Barscèi, Braschì, Cunt, Gacc, Madalène, Mastrèi, Palète, RUFFONI: Ment, Tolàe, Ross.
Toponimi del territorio dal n. 1 al n. 1710 catastali
Piazze - Valgrande - Pizzo - Chiarelle - Valletto - Salmurano - Albe - Seggiola - Gerro - Ronchi - Taleggio - Madonna - Forno - Caravini - Carpacci - Sirta - Bassa - Rotta - Tainella - Cantello - Garolada - Paullo - Spezzate - Tagliata - Chignolo - Verzadello - Porelada - Aiale - Costa - Vaga - Zucco - Ronchetto - Inferno - Martinoni.
Luoghi sacri e pubblici (1812):
A-B) - Chiesa parrocchiale di S. Ambrogio con piazzale antistante.
C) - Ossario.
D-E) - Casa d'abitazione del Parroco - Cimitero.
F-G) - Oratorio pubblico Beata Vergine della Natività con piazza antistante.
H-I) - Piazze comunali.
Notai che rogitavano a Ornica:
- Ambrosioni Cipriano anni 1585/1630 - Ambrosioni Gio.Antonio 1629 - Ambrosioni Giacomo 1751/1797
Valli e vallette di Ornica:
Canal del Spresol - Canal del Tì - Canal del Roc - Canal del Cerai - Canal del Bosch - Al Pianèla - Canal delle Barisole - Al de Salmurà - Canal delle Taine - Canal de l’Asen - Canal del Ruch - Al dei Scioch o Taine o di Sciat - Al d'Inferno - Al Pùsnel o de Cùs - Canal del Giai - Canal dei Cantunscei - Canal Grande - Canal dei Fenèr - Canal de la Dasa - Canal di Pizzadona.
Passi del paese:
Passo Val del Ferro (Val d’Inferno) - Bocca di Trona - Salmurano - Colle Budello - della Maddalena.
Sentieri del C.A.I.:
N. 101 - N. 106: Val d'Inferno - N. 107: Val Salmurano - N. 108 e 108-A: Piani di Salmurano - Rifugio Cesare Benigni.
Leggende e racconti:
Tarcisio Bottani "Ornica la valle del silenzio". Un tempo si credeva che sotto il ponte della Valle Stabina, al bivio tra Ornica e Valtorta, fossero confinate le anime di coloro che da vivi non avevano rispettato il precetto della Messa domenicale, avevano disertato la dottrina e le pratiche religiose, preferendo dedicarsi al lavoro o ai divertimenti e dopo la morte erano andati all'inferno.
Questi dannati erano in gran numero e ogni tanto si facevano vedere ai passanti oppure si facevano sentire con urla e strepiti che incutevano terrore. Chi passava da quelle parti di notte, con muli o asini, si trovava in difficoltà, perché giunti all’altezza del ponte gli animali si fermavano terrorizzati, si giravano su se stessi, si imbizzarrivano e si scrollavano di dosso la soma, rifiutandosi di avanzare anche solo di un passo. Nessuno era più in grado di farli proseguire fino all'alba, quando, ai primi albori del nuovo giorno, si udiva un frastuono, un precipitare di sassi che si fermava con un tonfo sordo sul fondo della valle.
Solo allora gli animali diventavano tranquilli e riprendevano il cammino. Solo nel 1909 venne trovato un sicuro rimedio contro queste manifestazioni d’oltretomba: il parroco di Valtorta, don Stefano Gervasoni, che godeva fama di santità e possedeva doti di esorcista, dopo aver disposto un periodo di preghiere collettive, portò i suoi parrocchiani e quelli di Ornica in processione verso la zona degli spiriti e, dopo averla benedetta, collocò un crocifisso sulla parete rocciosa che strapiomba sulla valle. Il crocifisso è ancora là e da allora, sostengono gli anziani del paese, gli spiriti dannati non si sono più fatti sentire. La Valle del Ferro. La valle che scende fra il Pizzo Tre Signori e il Monte Pascaniello sino al Santuario della Madonna del Frassino si chiama "Valle del ferro" per i vari forni che vi erano e di conseguenza le chioderie. È nel Medio Evo che la credenza popolare, sostenuta dalle prediche dal pulpito, associa il fuoco necessario per fondere il minerale ferroso con l'Inferno: "Andrai all’Inferno" - "Se fai peccato brucerai all'Inferno".
Ecco quindi che il toponimo è variato; sta a noi riportare il suo antico valore e significato. Il ferro: "lavoro - operosità" come sono gli abitanti Ornighesi.
Ponti della Valle di Ornica:
1) Put so à la Madòna - 2) Put de la Sirta - 3) Put de le Taine per Cus - 4) Put dè Casei o del Mulì - 5) Put dè Prà Scalèr - 6) Put de la Raseg.
Anno 1901 da "La nuova Italia". Abitanti: n. 339
È in riva a corsi d'acqua che scendono dai confinanti monti con la Valtellina. Il territorio dà foraggi e patate, segale e "canèf"; ha ricche miniere di barite, blenda, calamina, ferro, ma non sono coltivate per mancanza di viabilità. Si fa allevamento di bestiame, ovini in transumanza. Un sentiero malagevole mette a Cassiglio, capolinea di strada carreggiabile. Anno 1950 - da "Luigi Dodi". Ornica: m. 922
Paese alpestre, esposto a mezzogiorno, lungo la curvatura della collina, solcato dalle due valli, quella dell'Inferno (ferro) che scende dal Pizzo dei Tre Signori e quella del Chiassuro (Chiarello) (che scende dalla Val Salmurano). Le case conservano l'aspetto rustico e si sviluppano in altezza a causa del forte pendio. Le murature di pietra e le finestre sono qua e là annerite dal fumo e ricordano la vecchia usanza del focolare rudimentale senza camino.
La parte vecchia dell'abitato consta di un dedalo di minuscole scale e di scalette con passaggi coperti e porticati semibui, che danno luogo a quadri imprevisti, ma che denotano altresì un modo di vivere ancora assai arretrato. Case decorate con affreschi, loggette e balconi rallegrano l'ambiente che è reso ancor più interessante da vestigia quattrocentesche e da reminescenze venete. La Chiesa parrocchiale, del solito tipo settecentesco, (riconsacrata nel 1754) è anche qui staccata dal paese, con il suo poetico sagrato, con la cappelletta dei Morti, col portico della canonica, forma un singolare ed attraente raggruppamento. Tutt'attorno pascoli e boschi; qualche modesto appezzamento a granoturco e a legumi. Ameno luogo di villeggiatura, Ornica sviluppa la nuova edilizia a valle del vecchio abitato. La popolazione residente è di 530 anime; ma più di 130 persone valide emigrano stabilmente o saltuariamente.