Cüs e le sue Frazioni:
Cusio inferiore - Cusio superiore
Soprannome:
i Carpègn dè Cüs (da Carpino: legno molto duro). Quindi abitanti con carattere gioioso ma duro.
I SUERNOM DE CÜS:
PALENI: Bacco, Baiòc, Brata, Cotai, Cuntì, Preostì, Fùnse - ROVELLI Barbù, Barèi, Braga, Capelèr, Pacì, Tola, Tue
Popolazione: anno 1596 ab. 235 - 1776 ab. 275 - 1805 ab. 255 - 1901 ab. 498 - 1951 ab.571
Luoghi sacri e pubblici:
A-B) - Oratorio pubblico sotto il titolo di S. Alberto
C-D) - Chiesa Parrocchiale S. Margherita con piazza
E) - Casa Parrocchiale
F) - Cimitero
G) - Piazza comunale
H-I) - Oratorio pubblico di S. Maria Maddalena
L-M) - Oratorio pubblico sotto il titolo di S. Giovanni.
Toponimi del territorio dal n. 1 al n. 950 catastali (anno 1811).
- Inferno - Angeloni - Ronco - Piazzo - Pusnella - Gaggo del Creè - Foppe - Gaggiola - Piazze - Merli - Ambregò - Sciocco - Teggia Nova - Sotto le Merle - Sotto il Colle - Vendullo - Pratello - Valle dell’Oro - Chignolo - Bianchello - Sopra le Case - Carotte - Prato Moiotti - Sopra le Moie - Roncaglie - alla Foppa - Moia - Roncalle - Contrada di Cusio - alle Rive - Sotto la Chiesa - Piazzole - Coleggio - Cusio di Sotto - Aiale - Cappo - Deputo - Chiavelloi - Cantone - Piazza - alla Vià - Prato Lungo - Gerro - Seglio - Colle Gallo - Colla - Quadri - Ronco - Monte Avaro - Pusnello - Costa - Caselle - Taleggio - San Giovanni - Sotto la Cila - monte Fopa - sant'Alberto.
Significato di un toponimo:
es. Colle Gallo: toponimo ricorrente in quasi tutti i paesi e riferito alla presenza del gallo forcello.
Colla: sta a indicare un passaggio agevole ed intermedio fra un paese e l’altro.
Valle dell'oro: valle fiancheggiata da campi di granoturco (grànos).
Ronco - Roncati: territori da cui è stata asportata la vegetazione naturale (bosco alto fustoceduo) per adibirli a coltivazioni o prato.
Famiglie possessori e ceppi famigliari: (anno 1836)
n. 2 Baschenis - n. 1 Bottagisi - n. 1 Calvi - Comune - Fabbriceria della Chiesa di S. Margherita - fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di S.Brigida - fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Ornica - fabbriceria della Chiesa di S.Giacomo di Piazzatorre - n. 1 Goglio - n. 2 Gualteroni - n. 7 Mazzoleni - n. 1 Motta - Oratorio S. Maddalena - n. 3 Paleni - Prebenda di Cusio - n. 3 Regazzoni - n. 21 Rovelli - Società del Monte Foppa - n. 1 Stracchi - n. 1 Volpi.
Economia: (1811)
Fucine da ferro: F.lli Rovelli a Pradello - Paleni Mario e Motta Domenico - Paleni Domenico in valle dell'Oro
Fabbriceria della Parrocchiale al Pradello: Comunità di Cusio - Rovelli Simone (sotto le case) - Paleni Antonio (Caleggio)
Mulini da grano: Paleni - Rovelli - Paleni Giuseppe (case di sotto)
Valli - vallette - canali:
valle del chiaro -canale del grattaculo - valle delle Sponde - valle Marie Chiaretta - valle dell'Oro - valle Roncaglia - Valle Perone - valle del Vai
- valle del Tovo - valle de Sciocchi - canale delle Finere - Valle Lavina.
Passi del paese: Passo fra Monte Valletto e
Monte Ponteranica
Sentieri C.A.I.: n. 101 - n. 108: sino all'incrocio col n. 107 - n. 109:
Monte Avaro - Laghi di Ponteranica
Leggende e curiosità:
CUSIO: Donavano i copricapo ai Dogi di Venezia. Non è dato sapere in base a quale privilegio gli abitanti di Cusio confezionavano il caratteristico copricapo - detto corno - che veniva usato per l’incoronazione dei Dogi di Venezia sulla scala dei Giganti a Palazzo Ducale. Forse ciò era dovuto ad una particolare abilità degli artigiani locali che, emigrati nella città lagunare, non solo ebbero ad affermarsi nella fabbricazione delle berrette dogali,
ma ottennero anche di trasmettere la consuetudine ed il privilegio ai loro discendenti. Fatto singolare, esistevano in paese alcune famiglie che per questa antica attività, venivano denominate "Capelér" (cappellai). E si diceva: "No gh’è crapa fina dè Venessià/ sensa capèl de albrembà" (Non vi è testa fine di veneziano senza cappello di valbrembano).
Sereno Locatelli Milesi "Bergamo vecchia e nuova e la bergamasca".
Per antichi diritti ed a seguito di acquisti collettivi e di donazioni, parecchi Comuni possedevano beni goduti direttamente dalla popolazione, come pascoli e boschi dai quali si traevano notevoli redditi che venivano distribuiti tra la popolazione stessa. Quest’ultima costantemente si opponeva alla immigrazione di altre persone, le quali partecipando ai benefici di tutti, riducevano la misura del benessere di ciascuno. Gli originari quindi, contrastavano i forestieri elevando eccezioni in ordine ai requisiti necessari per essere ritenuti originari piuttosto che forestieri. Volendo Venezia redimere tali controversie, con Ducale 28 aprile 1674 venne stabilito che per divenire “originari”, i forestieri appartenenti allo Stato Veneto dovessero avere una permanenza di cinquant’anni nel Comune, nel mentre per i forestieri di Stato fosse sufficiente una permanenza di vent’anni. Però pur diventando in tal modo "originari", i “forestieri” non potevano godere di quei beni che determinate persone “originarie” avessero acquistato con denaro proprio, salvo che pagassero a tali persone una quota di capitale in ragione dell'utile domandato. Tuttavia malgrado tali disposizioni, le controversie continuarono e si perpetuarono nei secoli successivi. In relazione a queste disposizioni, una Ducale 15 dicembre 1688 stabilì che, appunto a tenore degli antichi privilegi concessi alla Valle di Averara, nel comune di Averara fosse riservato ai soli “originari” e “vicini”
il diritto di sedere nel Consiglio comunale. Più tardi una Ducale 7 settembre 1764 ordinò che tutti i “forestieri” fossero ammessi ad ogni ufficio e beneficio dei Comuni. Ma nel Comune di Cusio, non solo continuarono il governo esclusivamente gli originari, ma costoro il 20 dicembre dell’anno 1764 notificarono il loro diritto al Capitan e al Vice-Podestà di Bergamo. E non furono disturbati.
Anno 1901 da "La Nuova Italia".
Abitanti: 498 - Territorio: 300 ettari produzione di orzo e patate. Vi è servizio di corriera. E’ diviso in villaggio superiore e inferiore. Il paese era un tempo soggetto alla Plebania di Primaluna, diocesi di Milano, e conserva ancora il rito ambrosiano.
Anno 1951 da "Luigi Dodi".
Cusio, m. 1.050. A Cusio termina la strada di S. Brigida, dopo una serie di curve e controcurve, una più pittoresca dell'altra. Sul degradare del colle fra due vallette scoscese, il paese si stende secondo una fascia mirabilmente esposta al sole. Stradette anguste e case in pietra rustica, ricoperte di pesanti ardesie; facciate frequentemente annerite dal fumo che usciva un tempo dalle finestre ed ora dai comignoli posticci. Della Chiesa di S. Margherita si ha memoria sin dal 1456, quando venne staccata da quella di S.Brigida. La Chiesa attuale, ricostruita nel 1754, ed ampliata nel 1911, ha il sagrato laterale esposto a mezzogiorno, con bellissimo panorama. La popolazione di Cusio è di 570 abitanti, di cui solo 400 stabilmente residenti. Ma la bellezza alpestre del luogo e la frescura che vi si gode d'estate, richiamano un notevole afflusso di villeggianti; la nuova edilizia si sviluppa sul costone lungo la strada carrozzabile, a guisa, diremmo, di una cascata da Cusio superiore a Cusio di sotto; e in modo tale che le case non abbiano a togliersi il sole.
Tratto dall'Annuario 2006 del C.A.I. alta Valle Brembana