Stemma di Averara
Averara

L"Avrera" e le sue Frazioni::
- Bestianelli - Colla - Costa - Dozzolo - Fontana - Lavaggio - Redivo - Valmoresca - Valle.

Popolazione: anno 1596 ab. 310 - 1776 ab. 276 - 1805 ab. 237 - 1901 ab. 560 - 1951 ab. 588.

Soprannome: i "Bocalù de l'Avrera" forse così chiamati perché Averara deteneva il mandamento civico, e declamava le grida.

Toponimi del territorio (dal n. 1 al n. 932 catastali anno 1811) Pertiche censuarie: 10.420
- Redivo - contrada di Redivo - val Torafa - sotto il Castello – Folle Perendeni - Folle - Pradello e Folle - Ripa - Tenda - Santello delle Folle - Fopelli - Moia - Tegiolo - alla Valle - Laveggio - Rocolo - Cornalina - Rotta - Piazzole - Vaga - Bazzaghetto - Testore - alla Valle di qua - Bestianelli - Piazzi - Moia a Bestianelli - Pian della Valle - San Bugano - Zuccona - Ronchetto - Scaluggia - Piazzolini - Ronchello - Bianchella - Roncovecchio - Venigolle - Teggiolo - Castagna di là della casa - Messina - Rivaletto - Cavertori - Caleggi - Valtomasa - Scandogli - Allera - Foppa - Pianelli - Case alte - Corna - Al castello - sotto la Costa - Costa dietro le case - Ripa alla Torre - alla Torre - Sopra la tenda - Ripa di San Giacomo - Averara - Sotto gli orti - Sotto le case - Al bozzolo - Cornello - Sotto le case Bitti - Teggiolo - al Molino - Ghiaie - Roncato de Bitti - Vedeschino - Roncalli - Roncato - Spadola - Tagliata o Bianchetta - val Rustica - Piazzolo - Mottola - sopra la Fontana - Valmoresca - case Maddalena - Cavaggi - Ronchi - alla Canale - Gaggio - - Bradeglia - Domegone - Chignoli - Colle Gallo - Chiappa - Grasselli - Grasselli e Castello - Mottola - Salina - Corna rotonda - Tagliate - Cantedoldo - Biancetta - San Marco - alla Moiaù - Faino - Faino alto - sopra del Giardino - Giardino - Ciprera.
Averara
Averara
Averara
Averara


I suernom de l'Avrera:
BASCHENIS: Bèna, Bigìe, Bògie, Brète, Cristofègn, Ercole, Segrèste, Tòte.
BOTTAGISI: Bagaì, Placida, Ràmpe
CATTANEO: Catàne
EGMAN: Ròmole,
GENELETTI: Ciùpe
GUERINONI: Lorensì
LAZZARONI: Balestra, Poste, Starle, Tolàe,
PASSERINI: Frèr
PICCAMIGLIO: Mambrài, Mazzöchì, Pastùr, Picamèi, Tùlie,
REGAZZONI: Bastià, Bugàt, Parocchia
RIZZI: Rizzàre

Luoghi sacri e pubblici:
A-B-C) Oratorio sotto il titolo di San Pantaleone con piazza antistante a Redivo.
G-H) Oratorio sotto il titolo Beata Vergine della Neve (ex San Salvatore) con piazza antistante a Valmoresca.
D) Cimitero.
E-F) Oratorio sotto il titolo di San Simone con piazza antistante a Bestianelli.
Chiesa Parrocchiale di San Giacomo con piazza antistante e casa parrocchiale

Economia:
Fucine da ferro: Caperini Francesco - Lazzarini Giuseppe e f.lli
Maglio da ferro e fucina: Calvi Giuseppe - Goglio Giacomo
Mulino da grano: Passerini Raffaele - Lazzarini Francesco e f.lli
Mulino da grano e sega da legnami: Arioli Giovanni
Prato maronato: Frigerio Giovanni
Numerose case d'affitto con botteghe sotto i Portici
Casa di San Marco (del Regio Demanio per e pro il Ministero delle Finanze)

Le strade:
Via Mercatorum per il Passo di Morbegno - Regia Strada Priula per il Passo di Albarino

Strade comunali (anno 1836):
detta di Olmo - della Fontana - della Piazzola di Gera - della Torre - di Redivo della Tondj - della Valle - dei Bastianelli del Teggiolo - del Laveggio - della Tenda del Faino - della valle Grossa - dei boschi di Cantedoldo

Passi del paese:
Passo di Morbegno ora Passo del Verrobbio - Passo di Albarino ora Passo di San Marco

Sentieri C.A.I.:
n. 133: Valmoresca - Cà San Marco
n. 161: Cà San Marco – Passo Verrobbio – Passo Salmurano

Le valli e Vallette della Val Mora sono:
Canal Cartelle - Al Fontana - Al de Cabril - Al Berale - Al del Vai - Al Caffani - Al Cassoni - Al Serada - Al Saline - Al de Putranga Al del Faì - Canai del Verobe Al de Tenda - Canal del Sac Al del Roncato - Canal Spresanel - Canal de le Caraine o del Resciù.

Una leggenda del paese
Sul territorio di Averara esistono castagneti secolari, che sfamavano gli abitanti del posto; la raccolta si effettuava nei mesi di Ottobre-Novembre, in coincidenza con la ricorrenza dei defunti. In quel periodo pertanto era consuetudine cuocere le castagne tutte le sere come cena per la famiglia; ma nelle giornate dedicate ai defunti, si cuocevano razioni più abbondanti poiché, prima di coricarsi, era tradizione lasciare sul tavolo della cucina un piatto di castagne cotte per i defunti. Il fatto è legato anche alla processione dei Morti che ad Averara viene effettuata dal cimitero verso la Chiesa, proprio per riportare la loro anima nelle famiglie.

"Brèta Rosa": E' un modo di dire alle persone autoritarie: secondo gli Statuti di Averara anche il servitore del Comune doveva avere un "capuzio dé pano vermeio". Alcune disposizioni relative all’Inquisizione di Bergamo, vengono disattese dalla Repubblica di Venezia e tre Parroci (don Giacomo Perlini di Valtorta - Don Domenico Camerato di Cusio e Don Remigio Vitis di Averara) vanno a Bergamo, al Palazzo della Ragione, a ricevere gli ordini di Venezia.

Note
Gerolamo Pietro Baschenis decora nel 1600 la Chiesa di Santa Grata in Città Alta a Bergamo. La Via Porta Dipinta, sempre in Città Alta, viene interamente decorata dagli affrescatori di Averara e Santa Brigida.

Dominique Venant Denon (8 Novembre 1793): "Presto arrivammo alla Casa San Marco, che sembrava migliore di Ancogno anche se dissero che era ancora più fredda ed era più difficile rifornirla di fieno. Vi lasciammo il cavallo che non sarebbe stato in grado di seguirci. Una mezz'ora di marcia dopo la Casa, seguendo bastoni che indicavano il percorso in mezzo alla neve, raggiungemmo la sommità del passo. Mi fermai un istante per contemplare l'aspetto del luogo. Fa parte dell'istinto dell’uomo volersi sempre elevare in tutti i sensi, credendo o di scoprire cose nuove o di accostarsi alla felicità". Verso Morbegno...


Anno 1901 da "La Nuova Italia" - Abitanti: n. 569 Territorio: 1.021 ettari
Parrocchia di San Giacomo Apostolo. Gli è prossima la via postale che mette da Bergamo a Morbegno. Le frazioni hanno tutte acqua potabile buona; vi sono parecchie fontane. Vi si ammirano gli avanzi e le torri di un vecchio castello. L'attuale palazzo del municipio era una volta la sede giudiziaria di tutta l’Alta Valle Brembana (d'Averara), per cui avevasi comunicazione diretta con la Serenissima Repubblica Veneta. Si produce: granoturco - orzo - segale - patate - castagne e vi si coltiva il baco. La fiera più importante che abbia luogo nel censuario è quella dei formaggi che ricorre il 22 settembre. La mulattiera che mette in comunicazione il capoluogo con la Valtellina, passando dalla Cantoniera di San Marco, anticamente passava per il Passo di Morbegno. Nacquero in questo villaggio le famiglie dei pittori Scipioni - Guerinoni - Baschenis. Lo Statuto di Averara si conserva manoscritto nella Biblioteca di San Marco in Venezia.


Averara


Anno 1950 da "Luigi Dodi" m. 635.
La Val Mora o Valle di Averara è formata da un piccolo fiume che scende dal Monte Verrobbio sotto la Cantoniera di San Marco e sbocca nel Brembo presso Olmo. Capoluogo della valle è il paese di Averara che da secoli tiene questo primato, come ne fa fede apposito Statuto del 1313, uno dei più interessanti per compiutezza di norme e per fedele riflesso di spirito religioso e di condizioni economiche tipicamente montanare. Fin dal medio Evo luogo di transito e di traffico per la Valtellina, Averara fu munito di castello e di torri sparse nei punti più adatti alla difesa, dove ancora se ne osservano le vestigia. Fu sede di delegazione governativa della Repubblica Veneta che annettè alla località notevole importanza militare e commerciale e vi pose la dogana in uno degli edifici che ancora formano una frazione staccata sulla sinistra del fiume.

La vallata è piuttosto stretta e i monti attorno sono aspri e boscosi; ma la parte più bassa, dove sorge il paese, è amena e rigogliosa di frutteti. Due contrade principali, l’una sulla sinistra del fiume, lungo la strada che da Olmo conduce a Nord a Caprile di Valmoresca e al già ricordato Passo di San Marco; l’altra, sulla destra del fiume, lungo la strada che da Averara conduce a Santa Brigida e a Cusio. Case antiche, in parte rimodernate; di particolarissimo interesse il lungo porticato un tempo a picco sul fiume, vera e propria galleria adorna di fregi e di affreschi, entro la quale passava la vecchia strada che serviva spesso di ricovero per le mandrie e per i greggi. La Chiesa Prepositurale di San Giacomo Maggiore trovasi isolata sulla destra del fiume, tutta attorniata da una specie di terrazza. Ha l’orientamento tradizionale da ponente a levante. Di fianco alla facciata, il tempietto ottagonale dei Morti. Decorazioni settecentesche sulla fronte della chiesa e sul tempietto. Sotto il portico di settentrione affreschi del XV’ sec. e di epoche posteriori.

Paese celebre per famiglie di artisti, quali i Baschenis, i Guerinoni e gli Scanardi, che coltivarono la pittura per più generazioni, Averara ha visto da secoli emigrare i suoi figli, cosicché la popolazione stabile si mantiene da tempo intorno alle 450 anime. Negli ultimi decenni sono sorte nuove costruzioni per l’incremento del turismo e della villeggiatura estiva. Cà San Marco (m. 1832). A tre ore circa di cammino da Mezzoldo la Casa cantoniera costruita dalla Repubblica veneta presso il passo di San Marco sta ad indicare ancora oggi l’estremo limite settentrionale dell’attività della Serenissima in territorio bergamasco. Poco più su, a metri 1985, si raggiunge il Passo di San Marco, che segnava il confine tra Venezia e i Grigioni. Di là si può scendere a settentrione e raggiungere Morbegno in Valtellina. Una lapide col Leone Alato è stata ricollocata nel 1935 per iniziativa di Bortolo Belotti sul vecchio e solitario edificio, per ricordare ai posteri la sua originaria destinazione, durata più secoli.



Tratto dall'Annuario 2006 del C.A.I. alta Valle Brembana