Parlare ancora oggi della " Via
Priula ", dopo le numerose ricerche storiche effettuate e le pubblicazioni avvenute in questi ultimi anni, soprattutto in occasione
dei 400 anni della sua costruzione, potrebbe sembrare retorico; ma accennare a questa strada, alla sua nobile " Cantoniera Cà San Marco", il più vecchio rifugio d'Europa, ed al suo futuro, ricordare con brevi cenni storici altri edifici tuttora esistenti in zona, è indubbiamente interessante e sempre attuale. La Strada Priula, voluta dalla gente di Valle Brembana , era sentita come necessità; ciò è dimostrato dalle varie suppliche fatte dal Podestà di Bergamo e da questi al Senato Veneto. Costruita seguendo i tracciati di antichissime vie, sia pure con l'apporto di nuove varianti in diversi punti, quali Almè ,
Botta di Sedrina ,
Cornello del Tasso, Olmo al Brembo , essa ha avuto, a mio parere, il notevole pregio di favorire la comunicazione e l'incontro fra gli abitanti della
bassa, media e soprattutto alta valle. Lungo il suo percorso, le locande e le soste per il cambio dei cavalli e per il ristoro dei viandanti erano
davvero numerose, alla portata di tutti, dal povero al ricco. Le cronache ci hanno trasmesso notizie esaurienti di personaggi illustri che hanno
transitato attraverso questa strada storica; fra questi Martin Lutero, il quale sostò e celebrò la messa nella chiesa di S. Giovanni
Battista in "Vallis Ulmis". Ricordare la "dogana veneta", edificata lungo la strada Priula è un dovere, data l'importanza che questo edificio
assunse a quei tempi. Già Bortolo Belotti prima e l'Angelini poi avevano accennato a questo antico fabbricato, che si distingue per la sua
mole imponente, per l'affresco rappresentato in facciata e per lo stemma cavalcatorio, che sarà richiamato in più punti lungo tutta
la strada.
Agli inizi del secolo XIV, al culmine di una serie di lotte espansionistiche che contrapposero vari stati della Penisola, si era prodotto nel Nord Italia un fatto fondamentale: Venezia aveva aggiunto al suo antico "Stato de Mar" un vasto "Stato di Terraferma" il cui possesso le fu confermato dalla pace di Lodi del 1454. In questo nuovo dominio, che s'aggiungeva all'antico, Bergamo rappresentava la punta occidentale maggiormente avanzata, a contatto diretto col grande sistema economico-politico Milanese e alto Lombardo. I confini Bergamaschi erano situati in prossimità di crocevia di estrema importanza strategica e commerciale: da Milano si dipartiva la "gran via" transalpina su due rami distinti di pari importanza. Il primo toccava Como e Bellinzona, transitava per il passo del Gottardo e discendeva a Lucerna da dove si diramava verso le aree Burgunde e Renane. Il secondo risaliva il Naviglio, il fiume Adda e il lago di Como, toccava quindi Chiavenna, varcava le Alpi al passo di Septimer e raggiungeva Coira e di lì la bassa zona Renana e la Germania meridionale.
Da Bergamo inoltre partiva una terza via commerciale, di minore importanza, in grado di sopperire all'eventuale chiusura dei due assi primari nei momenti di particolari difficoltà politiche e fiscali a cui potevano essere soggetti i commerci europei. La strada, interamente Veneziana fino al suo sboccare nei Grigioni, rappresentava inoltre l'unica fonte di approvvigionamento di milizia mercenaria di cui la Serenissima poteva disporre; si apriva infatti sull'area Svizzera e renana che in quel tempo ne forniva la quantità maggiore, certamente la più pregiata. Questa via minore attraverso la Valle Brembana ed il valico di San Marco toccava Morbegno; di qui si allacciava alla gran via del Septimer percorrendo territori in tutto estranei al Ducato Milanese: era la "Strada Priula". Bergamo poteva così fruire delle vie transalpine che facevano capo a Milano ma, al tempo stesso, poteva rendersene indipendente. Con quali vantaggi dal punto di vista commerciale e militare è facile intuire". "Ed ecco quindi l'alternativa della strada del Valico di San Marco, incernierata su Bergamo, proporsi chiara ai reggitori Veneziani: la strada risistemata e resa agibile ai carri (per quasi tutto il percorso) alla fine del secolo è parte di un programma maturato con molto anticipo. Bergamo ne è la chiave e assieme la difesa e il magazzino. Bergamo anche per questo doveva diventare fortezza. Questo grande disegno fallirà con la conquista Spagnola della Valtellina e la costruzione della fortezza di Fuentes nella piana di Colico all'alba del diciassettesimo secolo. Ma fino allora Venezia conservò la speranza di poter creare su quell'asse una via commerciale a contatto diretto con i cantoni svizzeri e dotata di un sistema regolare e conveniente ai "porti". "In tal modo la guerra del pepe influì in modo decisivo sulla duplice scelta Veneziana di fortificare la città di Bergamo e di rendere transitabile la Via Priula. Si può affermare che tutte due queste scelte sono figlie di una sola strategia, di un solo disegno. Esse influirono in modo vistoso, la rima sulla forma e sul successivo sviluppo di Bergamo; la seconda sulla struttura economica della Val Brembana. Sussia abbandono o rinascita. Sussia e' un' antica frazione sopra San Pellegrino Terme raggiungibile percorrendo un'ora di mulattiera.
La storia della Valle Brembana il primo fu Antonio Baroni, la celebre guida di Sussia. Via Mercatorum il Turismo è ambiente, cultura, scoperta e curiosità: le montagne della Valle Brembana. Insediamenti in Valle Brembana vorrei esporre le mie idee riguardo alla popolosità dell'alta Valle Brembana. La nostra Valle Brembana la radio ce l'hanno in pochi, quasi nessuno. Ma la notizia corre subitanea su e giu' per le valli. Monte Cavallo è proprio di una piccola finestrella situata sulla facciata Nord. Vita nel Rifugio Benigni ...è una giornata tiepida, il sole splende e la vista sulle montagne della Valtellina. Vagabondando Brembano cammino, nessuno sulla montagna, nessuno per la Valle Brembana. Le mani sulla roccia se non ero in Grigna, ero in Val Brembana dove i miei avevano una casetta per le vacanze. Il Cervo patrimonio faunistico della nostra Valle Brembana. Riannodando quale vecchio filo fu mentre salivamo per la valle di Armentarga al passo di Valsecca verso il rifugio Brunone. Escursione al Monte Aga ci alziamo di buon ora, la nostra meta quest'oggi è il Monte Aga in alta Val Brembana. Contadini e valligiani gli enormi predù che fanno da tetto agli antichi ricoveri della Valle d'Inferno. Sassi in Valle Brembana la prima volta che mi trovai con le mani sulla roccia fu quando mio padre mi portò sulla "Baroni" al Diavolo. Pagliari, la memoria nella pietra un Borgo Antico, fra i meglio conservati nella sua architettura rustica. Un tuffo nel passato chi in queste poche righe cerca la cronistoria della Sottosezione alta Val Brembana. |