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Vi
presentiamo un artigiano di San Giovanni Bianco che coltiva un hobby abbastanza
inusuale e particolare. Raccoglie e modella i sassi rigorosamente prelevati
dal greto del fiume di casa: Il Brembo. E’ una passione che e’ iniziata
fin da quando era bambino ma che ultimamente e’ diventata parte della sua
vita. alterna il suo curioso hobby con il suo lavoro principale che e’
quello di artigiano edile. La materia prima e’ composta da sassi di varie
fogge, dimensioni e colori che vengono trasformati, con pazienza certosina,
in autentiche opere d’arte. Se trova sassi a lui congeniali ma che
per la dimensione non sono trasportabili li modella sul posto. Una delle
sue opere che e’ stata vista da numerosissime persone e’ senz’altro la
fontana di San Giovanni Bianco, nei pressi di Briolo. Molto bella la fontanina
da poco ultimata negli orridi di Val Taleggio. Qui, in questo reportage,
ve ne proponiamo alcune che sono davvero belle.
Complimenti allo
scultore Elio Rota e un augurio per il prosieguo della sua passione.....
Cliccate
sulle immagini per visualizzarle in risoluzione originale
Tratto
da "L'Eco di Bergamo" del 18 Gennaio 2005, articolo di Silvia Salvi
SAN
GIOVANNI BIANCO - Anche la sua firma, il tocco finale, quella che accompagna
ogni sua opera, è un vero e proprio capolavoro: un sole raggiante
che racchiude al centro l’iniziale del cognome; il sole per gli antichi
greci era Elio e a lui è bastato raffigurarlo con all’interno la
"R" dei Rota per porre la propria firma al termine di ogni lavoro. È
così che infatti che Elio Rota, 66 anni di San Giovanni Bianco,
dona definitivamente l’anima a quei piccoli e grandi capolavori che impegnano
la sua vita da quando è andato in pensione. «Il modellatore
delle corne del Brembo», così lo hanno chiamato gli amici
e quanti conoscono la storia di Elio, un uomo alto e snello che scende
sulle rive del fiume Brembo e raccoglie quei sassi arrotondati dal costante
lavorìo dell’acqua per liberarli dall’involucro roccioso e scoprire
quello che veramente sono: il lenguàtù, la sua prima opera,
la coccinella, la famiglia, il riposo, il lionfant, il diavolo, il ciclope,
costanzo, ol malmustus, la Zoe, il draghetto e pingu tra le tante. «Sono
pietre lavorate dall’acqua» racconta Elio prendendo in mano il "lionfant"
«In genere cerco il materiale, il cosiddetto Verrucano orobico, il
sass ress, sulle sponde del fiume dalla diga di Olmo fino al ponte dei
frati a San Giovanni Bianco, poi le lavoro con lo scalpello nel magazzino
di famiglia, sotto casa». La passione per i sassi gli è venuta
precocemente: «Già quando ero bambino e andavo a scuola ricordo
che nel rientrare a casa mi fermavo lungo la strada e con un chiodo incidevo
dei pupazzi sulla pietra arenaria. Poi ho cominciato a lavorare nella mia
impresa edile e quindi questa passione è stata messa un po’ da parte,
fino a quando sono andato in pensione». «Non è questione
di ispirazione - confessa Elio - non sono io che scolpisco la pietra, ma
è la pietra che ha già una sua anima a cui io cerco di dare
vita. Non ho mai realizzato nulla su commissione perché non ne sono
capace: io scendo sul fiume, scelgo le pietre e poi le porto al magazzino.
Può succedere che non sempre trovi subito la forma nel sasso oppure
succede anche che nel cominciare la lavorazione salti fuori una sfumatura
di colore della roccia particolare, o ancora delle "ghiande" che fanno
parte del composto della pietra: sono tutti particolari che mi portano
alla scoperta del soggetto che è nascosto nella pietra». Nelle
sue opere ci sono anche molti richiami religiosi, come la croce del Risorto
con globo terrestre, la redenzione, il pane eucaristico, la Madonna, il
cuore di Abramo e in tutte emerge un significato profondo, come nel caso
della «famiglia», dove su una canoa si trovano ai due estremi
padre e madre che cullano e proteggono affettuosamente il bambino che sta
al centro: «Significa che se una famiglia è unita non affonda
nemmeno nelle difficoltà della vita - spiega Elio - Quante persone
mi hanno richiesto quel soggetto, eppure non ne ho mai venduto uno di pezzo.
Sono opere uniche che non devono diventare un lavoro ma essere solo un
divertimento; solo in alcuni casi e per poche persone mi è capitato
di regalare qualche opera. Al museo dei minerali a Zorzone, per esempio,
al quale ho donato un busto ricavato da del materiale che ho recuperato
sotto il monte Arera, una pietra di 35 chilogrammi circa che è stata
dedicata alla memoria dei minatori di Zorzone». Da qualche anno Elio
comincia a ricevere parecchie richieste da parte di associazioni che organizzano
esposizioni e così le sue opere hanno cominciato a girare la Bergamasca,
sono state esposte a Lenna, San Giovanni Bianco, Serina, Dossena, Stezzano
(dove ha ricevuto anche un premio come migliore espositore, Almenno SAn
Bartolomeo, Palazzago, Piazza Brembana e anche alla Celadina di Bergamo,
dove un negoziante gli ha chiesto di mettere in vetrina alcuni lavori come
addobbo pasquale. «In questi anni - conclude l’artista - ho ricevuto
tanti complimenti dai visitatori e così dall’anno scorso, sotto
consiglio di mia figlia, sto raccogliendo le impressioni della gente in
un quaderno». Ora Elio è pronto per offrire un altro regalo:
un enorme sasso da cui ha ricavato un faccione dal quale sgorgherà
l’acqua di una fonte che si trova in Comune di Taleggio: «La chiamerò
"l’acqua de la sit" - spiega il modellatore delle corne del Brembo - perché
l’idea di farla mi è venuta in mente due anni fa, mentre mi trovavo
in ospedale: avevo una grande sete e non riuscivo a togliermi dalla mente
l’acqua che sgorgava dalla sorgente che si trova negli Orridi della Valtaleggio».
Reportage
di Ginami Augusto & Galizzi Gino - www.valbrembanaweb.com
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