Domenica 29 Dicembre 1974, nelle prime ore del pomeriggio, è piombata in paese, come fulmine a ciel sereno, la triste e sconvolgente notizia della morte di
Angelo Gherardi, il nostro istruttore nazionale di sci-alpinismo, avvenuta sul Corno Stella di
Foppolo a causa di un banale incidente. E' scivolato infatti sul sentiero a pochi minuti dalla vetta ed è precipitato nel sottostante laghetto "Carisoli". Questa scivolata non gli sarebbe costata senz’altro la vita se ci fosse stata un po’ più di neve, ma purtroppo per l’asprezza del versante ghiacciato, è stata fatale! Venne subito recuperato dalla squadra di pronto soccorso di Foppolo e in serata riportato a valle e riconsegnati ai famigliari nella sua abitazione di via Inzogno.
C’è stato un incredibile rimpianto generale di Zogno e dei paesi vicini dov'era amato e ammirato, ma soprattutto del mondo della montagna che si è visto privato di uno dei suoi migliori uomini a soli 31 anni. I suoi funerali dell'1 Gennaio 1975 sono stati un vero trionfo: le strade e le piazze dall'Inzogno al centro, per alcune ore del pomeriggio sono state inghiottite dal rigurgito di una grande folla che la nostra prepositurale ha potuto contenere soltanto in minima parte, come nelle occasioni straordinarie dei Congressi eucaristici. Durante la concelebrazione funebre Padre Cristoforo Zambelli, cognato della vittima, ha pronunciato parole semplici ma toccanti che hanno fatto rivivere sotto i suoi aspetti migliori il caro estinto affermando che potrebbe sembrare una grande ingiustizia tale immatura e tragica scomparsa se non ci appellassimo alla volontà di Dio che promuove sempre la nostra vera pace. Angelo ha sempre scelto la strada più impegnativa, indicata in una nota del suo diario, propria di chi attraversa la strada asfaltata, comoda, che raggiunge ormai ogni alta montagna, per percorrere senza esitare quella scabrosa, più adatta alle mete impervie da raggiungere.